30.7.09

La cassetta dei fili.






















Alle elementari, io, mia sorella e altre le ragazzine della via, ci lasciavamo i regalini nella cassetta dei fili elettrici. Era un buzzolotto basso con un portellino, all'incrocio della via che univa le nostre case. Funzionava che ogni giorno le più piccole, lasciavano qualcosa alle più grandi, che quando arrivavano se lo prendevano, poi le più grandi alle più piccole, sempre lì dentro, e così via. Che ricordo! Sembrava che andare a scuola avesse un senso solo per quell'uscire allo scoperto e andare in quel luogo (che poi, non era mica lì). Era, di sicuro, un segretissimo. Quale sorpresa oggi? Non si trattava per niente delle cose in sè - saranno stati pezzi di carta colorata, figurine, brillantini, cose da ragazzine - ma era quella magia e il dirsi in quel modo. Era: parlare attraverso il mistero. Avevamo questa capacità, tutti ce l'hanno. Non parlare è in parte dimenticare, sia che si tratti di un fatto, sia che si tratti di noi, e infatti molto spesso nelle facce, si vede bene che le persone si sono dimenticate di se stesse (e non ne parlano).


3 commenti:

marcomastri ha detto...

Sono belli i posti segreti.
La maggior parte dei miei non ci sono più, che ci han costruito sopra.

claudia stefenelli ha detto...

si, poi vicino a casa nostra, c'era anche: la quercia. che come si nominava chissà cosa sembrava, non era un albero, era, la quercia. si vociava che nei rami in alto ci fosse scritto qualcosa, un giorno ci siamo decisi e io che ero la più leggera, mi hanno aiutata a salire su. C'era scritto: w milan.

bag ha detto...

Congratulation to you for this big achievement. I hope you can do the better.Thank you for sharing!